Condivide con noi un pezzo della sua esperienza padre Gabriele, prima di ripartire in queste ore per l’Angola:
24 Maggio 1983, dopo 4 mesi di studio della lingua portoghese a Coimbra ospite anche dei frati Conventuali di sant Antonio dos Olivais, arrivo finalmente in Angola. Canticchiavo tra me e me: “Partire non è tutto certamente c’è chi parte e non da niente cerca solo libertà. Partire nella fede del Signore con l’amore aperto a tutti può cambiare l’umanità. quello che lasci tu lo conosci quello che porti vale di più“. Finalmente avevo trovato quello che cercavo da tanto tempo.
Dopo aver fatto i documenti necessari per ottenere il permesso di soggiorno in Angola, riparto per il Nord a Sanza Pombo. Dappertutto camion militari, mi accorgo della guerra. e del dramma che questa provoca, sembra una disillusione dalla gioia dell’indipendenza finalmente ottenuta (11 novembre 1975), allo squallore della guerra. Ma la felicità in cuore è troppa per lasciarmi intristire, appena arrivato trovo i giovani che giocano a pallone, lascio il jeep con la mia valigia e mi metto a giocare con loro. Appena arrivo in missione, trovo un frate tutto serio e scocciato che mi lascia la stanza che aveva e se ne va via dalla missione con lo stesso jeep. Uno arriva tutto felice, e un altro riparte tutto triste. Ma dimmi tu…
Padre Gabriele Bortolami