Due immagini, semplici, quotidiane. Il sale che dà gusto al mangiare: quel pizzico bianco, quasi invisibile, che però se manca subito si sente. Una luce accesa nella notte. I fari della macchina che illuminano la strada deserta. Una città dell’Italia centrale che, passando in autostrada, vedi splendente nelle sue luci durante un viaggio di notte. Immagini di vita normale.
Eppure è un messaggio grande. Che se vogliamo pure ci scuote. Siamo noi oggi, come cristiani, quel sale che dà gusto al vivere spesso grigio, stanco, rassegnato, della nostra società contemporanea? Ce lo chiediamo.
Se non noi, chi? Se non noi, che abbiamo nel cuore la luce della Risurrezione, chi dovrebbe dar sapore alla collettività attuale?
Chi potrebbe portare luce in tante situazioni di buio, in molte notti profonde di tristezza e di fatica che ci circondano? Non lontano, qui. Ma se il mio sale resta senza sapore? Se la nostra luce è nascosta o spenta? Il Signore chiama me, con tutte le mie fragilità, a donare la sua luce.