Stiamo vivendo un’esperienza importante che sicuramente ha i contorni di un evento epocale, mai successo prima in questi termini e che passerà sicuramente alla storia. Come tante vicende successe negli anni e nei secoli scorsi, anche questa volta tutto passerà, ma è evidente che lascerà un segno indelebile nella nostra società e in ognuno di noi. Ne usciremo, ma saremo profondamente cambiati, nelle questioni personali come nei rapporti sociali, nel modo di intendere la società, le relazioni, la sanità, la politica, l’economia e tutti gli ambiti della vita di ogni giorno.
In un tempo come questo tante sono le paure, che a volta diventano anche angoscia, per sé e per i propri cari. Tante sono le emozioni che ci attraversano e che lasceranno il segno nel nostro animo. Ma è anche l’occasione per ritrovarci, con noi stessi e nel nostro rapporto con i familiari e con gli altri, per riscoprire quei valori umani e cristiani che la vita ordinaria ha forse un po’ offuscato. Come dice anche papa Francesco, ci è data la possibilità di ritrovare, tramite i piccoli gesti di solidarietà familiare e sociale, i grandi valori e il grande amore che Dio ha per ognuno di noi e che si rende presente al di là delle nostre richieste e delle nostre aspettative.
Un pensiero e una preghiera costante va a coloro che soffrono, sia per il coronavirus, sia per altre patologie più o meno importanti, a coloro che non ce l’hanno fatta, ai loro familiari, a tutte le persone che stanno lavorando e si stanno letteralmente donando per il bene di tutti, medici infermieri ricercatori forze dell’ordine e protezione civile, lavoratori di tutti i settori che sono ritenuti necessari anche in questo momento, i politici e tutte le persone che ci governano, a tutti i livelli, che in questi momenti sono chiamate a prendere decisioni difficili per il bene di tutti.
Anche la nostra fede sta vivendo un momento di passaggio, sia a livello personale che comunitario: tante sono le domande che sicuramente affiorano nella nostra vita; anche a livello comunitario il fatto che non ci si possa incontrare e vivere insieme la nostra fede e il nostro essere comunità cristiana, che non si possano celebrare insieme i momenti di festa come i momenti dolorosi del lutto, lascerà un segno in ciascuno. In una parola, stiamo vivendo una vera e propria quaresima, sotto tutti i punti di vista, come mai prima d’ora.
Un piccolo segno, che pensiamo però possa assumere un importante significato simbolico e che come comunità vogliamo che continui a rimanere presente, è il suono delle campane. Vi sarete accorti che nonostante in chiesa non si celebrino momentaneamente le messe e gli altri incontri di preghiera, le campane suonano ugualmente. È questa una scelta che si è fatta per continuare a sentirci uniti al di là della lontananza fisica cui siamo costretti in questo periodo. È un modo per invitare ad un momento di raccoglimento e di preghiera personale, che in tal modo può diventare comunitario, proprio nei momenti in cui si era soliti a celebrare l’Eucaristia. È un modo per ribadire la presenza e la vicinanza della comunità, che diventa simbolo della vicinanza di Dio, “nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono”. È in qualche maniera un flash mob ante litteram, che la chiesa ha da sempre utilizzato nei momenti belli e in quelli più difficili della sua lunga storia. E oggi che lodevolmente tutti si danno appuntamento via social ai terrazzi e alle finestre per cantare, per manifestare i propri sentimenti di ringraziamento a medici e infermieri e sentirsi in qualche maniera vicini, anche noi vogliamo utilizzare uno strumento che da sempre ha invitato al trovarsi insieme: allora specialmente con il suono della campana a mezzogiorno e alle otto di sera raccogliamoci per un pensiero tutti insieme e una preghiera a Maria, nostra mamma, perché ci aiuti e ci accompagni ed interceda presso Dio Padre per noi e per tutti.
E quando questa singolare quaresima sarà finita, sarà veramente più bello ritrovarci a festeggiare la Risurrezione e la Vita, dono di Cristo!
Un abbraccio fraterno a tutti
Pierpaolo Maritan