È sorprendente analizzare nel vangelo il processo che gli oppositori di Gesù intentano al cieco guarito. Interrogato lui più volte, i testimoni, chiamati gli stessi genitori. Alla fine arriviamo a chiederci: ma chi è il vero cieco? quel poveretto che fin dalla nascita non aveva potuto vedere la luce del sole o le persone che non vogliono ammettere che Gesù di Nazareth è capace di far vedere i ciechi?
Certo, perché se lo ammettevano avrebbero indirettamente riconosciuto che era il Messia. I profeti d’Israele avevano detto “dare l’udito ai sordi, la vista ai ciechi, la vita ai morti”. Non lo accettano. E quando il cieco guarito riceve oltre la luce degli occhi anche la luce della fede e lo afferma, “io credo, Signore”, allora lo cacciano fuori. Scomunicato. È il vangelo della luce. La luce che entra nel colore liturgico rosa di oggi, domenica di metà Quaresima, la luce per il nostro buio. Cristo è la luce che rischiara gli angoli più neri della nostra vita con la sua presenza discreta e potente. Fratello che cammina con noi.